© Renato Marques / unsplash
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Pandemia I principali produttori di vaccini alimentano una crisi dei diritti umani senza precedenti

Sei aziende leader nella distribuzione del vaccino contro il Covid-19 stanno alimentando una crisi dei diritti umani senza precedenti, rifiutandosi di rinunciare ai brevetti e di condividere la tecnologia dei vaccini. Inoltre la maggior parte delle aziende non riesce a dare priorità alle consegne dei vaccini ai paesi più poveri. Lo afferma Amnesty International in un nuovo rapporto.

Nel documento, A Double Dose of Inequality: Pharma companies and the Covid-19 vaccines crisis, l'organizzazione ha valutato sei delle aziende che hanno nelle loro mani il destino di miliardi di persone: Astra-Zeneca plc, BioNTech SE, Johnson & Johnson, Moderna Inc., Novavax Inc. e Pfizer Inc. Il rapporto trae un quadro desolante di un'industria che sta venendo meno alle proprie responsabilità in materia di rispetto dei diritti umani.

"Vaccinare il mondo è la nostra unica via d'uscita da questa crisi. Dovrebbe essere il momento in cui lodare queste aziende per aver creato i vaccini così rapidamente. Ma invece, a loro vergogna e con nostro dolore collettivo, il blocco intenzionale da parte delle Big Pharma del trasferimento di conoscenze e il loro gioco d'azzardo a favore degli stati ricchi ha prodotto una carenza di vaccini prevedibile e devastante per tanti altri" ha detto Pablo Cruchon, responsabile per la campagna per Amnesty International Svizzera.

"Questa situazione sta facendo sprofondare parti dell'America Latina, dell'Africa e dell'Asia in nuove crisi, spingendo sistemi sanitari già indeboliti al limite e causando ogni settimana decine di migliaia di morti evitabili. In molti paesi a basso reddito nemmeno gli operatori sanitari e le persone a rischio sono vaccinati". 

"Sullo sfondo di queste grossolane disuguaglianze, BioNTech, Moderna e Pfizer incasserano complessivamente 130 miliardi di dollari entro la fine del 2022. I profitti non dovrebbero mai avere la priorità sulle vite umane".

Mancato rispetto delle responsabilità in materia di diritti umani

Per valutare la loro risposta alla crisi, Amnesty International ha esaminato la politica in materia di diritti umani di ogni azienda, la struttura dei prezzi dei vaccini, i dati sulla proprietà intellettuale, la condivisione di conoscenze e tecnologie, l'equa distribuzione delle dosi di vaccino disponibili e la trasparenza. L'organizzazione ha scoperto che, in misura diversa, le sei aziende sviluppatrici di vaccini sono venute meno alle proprie responsabilità in materia di diritti umani.

Su 5,76 miliardi di dosi somministrate in tutto il mondo, un misero 0,3% è andato ai paesi a basso reddito, mentre oltre il 79% è andato ai paesi a reddito medio-alto e alto. Nonostante gli appelli a dare la priorità e a collaborare con il COVAX, lo strumento internazionale che mira a garantire un'equa distribuzione globale dei vaccini, alcune delle aziende considerate hanno continuato a fare scorte di vaccino stati che hanno già importanti riserve di vaccino.

Tutte le aziende analizzate hanno finora rifiutato di partecipare a iniziative coordinate a livello internazionale e pensate per aumentare l'offerta globale condividendo conoscenze e tecnologie. Si sono anche opposte alle proposte di sospensione temporanea dei diritti di proprietà intellettuale, come la deroga alle norme in materia di proprietà intellettuale (TRIPS) dell'Organizzazione Mondiale del Commercio proposta da India e Sudafrica.

Tra gli altri risultati dell'analisi:

- Ad ora Pfizer e BioNTech hanno consegnato nove volte più vaccini alla sola Svezia che a tutti i paesi a basso reddito messi insieme - meno dell'1% della loro produzione sinora. I prezzi di vendita elevati die vaccini fanno sì che, entro fine 2022, queste aziende incasseranno oltre 86 miliardi di dollari.

- Moderna non ha ancora consegnato una singola dose di vaccino a un paese a basso reddito, ha fornito solo il 12% dei suoi vaccini a paesi a reddito medio-basso, e non consegnerà la maggior parte dei suoi ordini per COVAX fino al 2022. I prezzi elevati permetteranno all’azienda di guadagnare più di 47 miliardi di dollari di entrate entro fine 2022.

- Johnson&Johnson ha sviluppato l'unico vaccino monodose al mondo e lo vende a prezzo di costo. Però non consegnerà la maggior parte delle dosi per le quali si è impegnata con COVAX e Unione Africana entro il 2022. L'azienda si è anche rifiutata di concedere una licenza a un produttore canadese che si è offerto di produrre milioni di dosi supplementari.

- Astrazeneca ha consegnato la maggior parte dei vaccini ai paesi a basso reddito, li vende a prezzo di costo, e ha rilasciato alcune licenze volontarie ad altri produttori. Tuttavia, ha rifiutato di condividere le proprie conoscenze e tecnologie con le iniziative dell'OMS e si è opposta alla deroga dell'accordo TRIPS.

- Novavax deve ancora essere approvato, ma attualmente prevede di fornire quasi due terzi della sua produzione per rifornire COVAX. Tuttavia, come altri, si è rifiutata di condividere conoscenze e tecnologia e si è opposta alla deroga dell’accordo TRIPS.

Nonostante la maggior parte delle compagnie riceva miliardi di dollari in finanziamenti governativi e ordini anticipati, gli sviluppatori di vaccini hanno monopolizzato la proprietà intellettuale, bloccato i trasferimenti di tecnologia e fatto pressioni contro misure che moltipllicherebbero la produzione globale dei vaccini. Il protrarsi della loro inazione ha causato danni ai diritti umani subiti dai miliardi di persone ancora impossibilitate ad accedere a un vaccino anti Covid-19.

100 giorni di conto alla rovescia

"Oggi mancano 100 giorni alla fine dell'anno. Chiediamo agli stati e alle aziende farmaceutiche di cambiare drasticamente rotta e di fare tutto il necessario per consegnare 2 miliardi di vaccini ai paesi a basso e medio reddito a partire da ora. Nessuno dovrebbe passare un altro anno a soffrire e a vivere nella paura", ha dichiarato Pablo Cruchon.

In coincidenza con la pubblicazione del rapporto, Amnesty International lancia una campagna globale - sostenuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dall'Alto Commissario per i Diritti Umani - per chiedere conto agli stati e a Big Pharma. La campagna «Il conto alla rovescia dei 100 giorni: 2 miliardi di vaccini Covid-19 ora!» chiede che l'obiettivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità di vaccinare il 40% della popolazione dei paesi a basso e medio reddito entro la fine dell'anno sia raggiunto. Chiediamo agli stati di ridistribuire urgentemente le centinaia di milioni di dosi in eccesso che attualmente sono ferme e agli sviluppatori di vaccini di assicurare che almeno il 50% delle dosi prodotte vada a questi paesi. Se gli stati e le compagnie farmaceutiche continuano sulla loro strada attuale, non ci sarà una fine in vista per il COVID-19.

"Armate di miliardi di dollari di denaro dei contribuenti e dell'esperienza degli istituti di ricerca, le aziende farmaceutiche hanno giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo di vaccini salvavita. Ma ora devono agire immediatamente per fornire ad altri miliardi di persone la possibilità di essere vaccinate. Per ottenere una diffusione equa e rapida, gli sviluppatori di vaccini devono dare priorità alle consegne ai paesi che ne hanno più bisogno e sospendere i diritti di proprietà intellettuale, condividere le loro conoscenze e tecnologie e formare produttori qualificati per aumentare la produzione di vaccini Covid-19", ha proseguito Cruchon.

Mentre il presidente Biden è pronto ad annunciare nuove misure per combattere la pandemia, tra cui la vaccinazione completa del 70% della popolazione mondiale entro il prossimo settembre, in un vertice oggi (22 settembre), Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, ha dichiarato:

"I vaccini Covid-19 devono essere facilmente disponibili e accessibili a tutti. Spetta ai governi e alle aziende farmaceutiche rendere questo una realtà. È necessario che i leader come il presidente Biden mettano sul tavolo miliardi di dosi e consegnino quanto promesso. Altrimenti questo è solo un altro gesto vuoto e si continueranno a perdere delle vite".

Amnesty International chiede inoltre agli stati di assicurare che le strutture sanitarie e le medicine siano disponibili, accessibili, accettabili e di buona qualità per tutti. Devono adottare leggi e politiche per garantire che le aziende farmaceutiche si conformino agli standard in materia di diritti umani.

Amnesty International ha scritto ad ogni azienda prima della pubblicazione di questo rapporto. Cinque aziende - AstraZeneca, Moderna, Pfizer, BioNTech e Johnson & Johnson - hanno risposto. Le aziende riconoscono che una distribuzione giusta ed equa, in particolare nei paesi a basso reddito, è essenziale, ma tutte le aziende non sono riuscite a soddisfare queste aspirazioni e ad adempiere alle loro responsabilità in materia di diritti umani.

Informazioni complementari

Il rapporto di Amnesty International non ha valutato in dettaglio le aziende russe e cinesi che stanno producendo miliardi di dosi, poiché queste aziende rivelano meno informazioni aziendali. Questa mancanza di trasparenza rende impossibile una valutazione completa. Tuttavia, come tutte le aziende, anche loro hanno responsabilità in materia di diritti umani. Anch'esse non hanno distribuito equamente i propri vaccini, riservando la maggior parte delle dosi al consumo interno, e non sono riuscite a unirsi a gruppi di condivisione di conoscenze e tecnologie.

I dati sulla distribuzione dei vaccini, la produzione prevista e le previsioni di reddito per ogni azienda sono stati tratti da Airfinity, una società di analisi di dati scientifici. La fonte dei dati sui tassi di vaccinazione nei diversi paesi è Our World In Data.

Utilizzando i dati di queste fonti, Amnesty ha calcolato che 1,2 miliardi di persone in più nei paesi a basso e medio-basso reddito dovrebbero essere vaccinate entro la fine dell'anno per raggiungere l'obiettivo dell'OMS di vaccinare il 40% della popolazione di questi paesi. Questo richiederebbe più di 2 miliardi di vaccini. Se solo il 50% della produzione mondiale di vaccini prevista fino alla fine dell'anno fosse distribuita ai paesi a basso e medio-basso reddito, sarebbe possibile fornirebbe 2,6 miliardi di vaccini.