Un bus carico di persone proveniente da Mariupol arriva nel villaggio di Bezimenne, a Donetsk, il 7 maggio 2022. © Victor/Xinhua/Alamy
Un bus carico di persone proveniente da Mariupol arriva nel villaggio di Bezimenne, a Donetsk, il 7 maggio 2022. © Victor/Xinhua/Alamy

Ucraina: Il trasferimento illegale di civili da parte della Russia è un crimine di guerra

Comunicato stampa, 10 novembre 2022, Londra/Lugano – Contatto media
Le autorità russe hanno trasferito con la forza e deportato civili dalle aree occupate dell'Ucraina compiendo crimini di guerra e probabili crimini contro l'umanità, ha dichiarato Amnesty International in un nuovo rapporto pubblicato oggi.

Il rapporto, “Like a Prison Convoy”: Russia’s Unlawful Transfer of Civilians in Ukraine and Abuses During ‘Filtration’ descrive nei dettagli come le forze russe e quelle controllate dalla Russia abbiano trasferito con la forza i civili dall'Ucraina occupata verso le aree controllate dalla Russia o verso la Russia. Nel corso di questa procedura dei bambini sono stati separati dalle loro famiglie, in violazione del diritto umanitario internazionale.

I civili hanno raccontato ad Amnesty International di essere stati costretti a subire processi di selezione abusivi - noti come "filtraggio" - che a volte sono sfociati in detenzioni arbitrarie, torture e altri maltrattamenti.

"Separare i bambini dalle loro famiglie e costringere le persone a spostarsi a centinaia di chilometri dalle proprie case sono un'ulteriore prova delle gravi sofferenze che l'invasione russa ha inflitto ai civili ucraini", ha dichiarato Agnès Callamard, Segretaria generale di Amnesty International.

"Dall'inizio della loro guerra di aggressione contro l'Ucraina, anch’essa un crimine internazionale, le forze russe hanno attaccato indiscriminatamente e ucciso illegalmente i civili, distrutto innumerevoli vite e lacerato famiglie. Nessuno è stato risparmiato, nemmeno i bambini."

"La deplorevole tattica russa di trasferimento e deportazione forzata è un crimine di guerra. Amnesty International ritiene che questo debba essere indagato come crimine contro l'umanità. Tutti coloro che sono stati trasferiti con la forza e sono ancora detenuti illegalmente devono essere autorizzati a partire e tutti i responsabili di questi crimini devono essere chiamati a risponderne. I bambini sotto custodia russa devono essere riuniti alle loro famiglie e il loro ritorno nelle aree controllate dal governo ucraino deve essere facilitato".

Amnesty International ha documentato casi in cui membri di gruppi specifici - tra cui bambini, anziani e persone con disabilità - sono stati trasferiti con la forza in altre aree occupate dalla Russia o deportati illegalmente in Russia. In un caso, una donna è stata separata dal figlio di 11 anni durante il filtraggio, detenuta e non riunita con lui, in chiara violazione del diritto umanitario internazionale.

Le persone detenute durante il filtraggio hanno raccontato ad Amnesty International di essere state sottoposte a torture e altri maltrattamenti, tra cui percosse, elettroshock e minacce di esecuzione. Ad altre persone sono stati negati cibo e acqua e molte sono state detenute in condizioni pericolose e di sovraffollamento.

Amnesty International ha intervistato 88 persone provenienti dall'Ucraina. La maggior parte erano civili di Mariupol e delle regioni di Kharkiv, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia. La maggior parte di loro, soprattutto quelli provenienti da Mariupol, ha descritto condizioni coercitive hanno fatto sì che non avessero altra scelta se non quella di andare in Russia o in altre aree occupate dai russi.

Amnesty International considera illegale l'annessione da parte della Russia del territorio ucraino, compresa la cosiddetta "Repubblica popolare di Donetsk" (RPD) nella parte della regione di Donetsk controllata dai russi.

Trasferimento forzato da Mariupol

All'inizio di marzo 2022, la città sudorientale di Mariupol era completamente circondata dalle forze russe, fatto che rendeva impossibile l'evacuazione. La città è stata sottoposta a bombardamenti quasi costanti e i civili non avevano accesso all'acqua corrente, al riscaldamento o all'elettricità.

Migliaia di persone sono riuscite a lasciare la città verso le aree controllate dal governo ucraino a metà marzo, ma durante la graduale occupazione della città la Russia ha trasferito con la forza alcuni civili in quartieri sotto il suo controllo, tagliandoli fuori da altre vie di fuga. I civili hanno detto di essersi sentiti costretti a salire su autobus di "evacuazione" verso la RPD.

Milena, 33 anni, ha raccontato ad Amnesty International la sua esperienza mentre cercava di fuggire da Mariupol: "Abbiamo iniziato a fare domande sull'evacuazione, su dove è possibile andare... Mi è stato detto [da un soldato russo] che era possibile andare solo nella RPD o in Russia. Un'altra ragazza ha chiesto di altre possibilità [di evacuare], per esempio in Ucraina... La risposta è arrivata subito, il soldato ha interrotto e ha detto: 'Se non andate nella RPD o nella Federazione Russa, resterete qui per sempre'".

Il marito di Milena, ex marine dell'esercito ucraino, è stato arrestato poco dopo mentre attraversava il confine con la Russia e non è ancora stato rilasciato.

Trasferimento forzato di bambini e altri gruppi a rischio

Le leggi sui conflitti armati vietano il trasferimento forzato individuale o di massa di persone protette, compresi i civili, dal territorio occupato. In diversi casi, i bambini in fuga verso il territorio ucraino senza genitori o altri tutori sono stati fermati ai posti di blocco militari russi e trasferiti sotto la custodia delle autorità controllate dai russi, a Donetsk.

Come già detto, un bambino di 11 anni è stato separato dalla madre durante il filtraggio, in violazione del diritto umanitario internazionale. Il ragazzo e sua madre sono stati catturati e detenuti dalle forze russe presso l'acciaieria Illich di Mariupol, a metà aprile.

Il giovane ha raccontato ad Amnesty International: "Hanno portato mia madre in un'altra tenda. Mi hanno detto che sarei stato portato via da mia madre... Sono rimasto scioccato... Non hanno detto nulla su dove sarebbe andata mia madre... Non ho più avuto sue notizie".  

Il rapporto descrive anche il trasferimento forzato a Donetsk di tutti i 92 residenti di un istituto statale per anziani e disabili di Mariupol. Amnesty International ha documentato diversi casi in cui anziani ucraini sembravano essere stati collocati in un istituto in Russia o nelle aree occupate dalla Russia dopo essere fuggiti dalle loro case. Questa pratica viola i diritti delle persone e rende difficile per loro lasciare la Russia o ricongiungersi con i familiari in Ucraina o altrove.

Una volta in Russia, diverse persone hanno dichiarato di essersi sentite costrette a richiedere la cittadinanza russa o di aver subito restrizioni nei loro spostamenti. Il processo di ottenimento della cittadinanza russa è stato semplificato per i bambini che si presume siano orfani o privi di cure parentali e per alcune persone con disabilità. Ciò è stato fatto per facilitare l'adozione di questi bambini da parte di famiglie russe, in violazione del diritto internazionale.

Queste azioni indicano una politica russa deliberata relativa alla deportazione dall'Ucraina alla Russia di civili, compresi i bambini, e suggerisce che oltre al crimine di guerra di deportazione e trasferimento illegale, la Russia ha probabilmente commesso il crimine contro l'umanità di deportazione o trasferimento forzato.

Processi di controllo abusivi, detenzione e tortura

I civili ucraini che sono fuggiti o sono stati trasferiti nelle aree occupate dai russi o in Russia sono stati generalmente costretti a sottoporsi a un processo di screening abusivo quando sono entrati nella RPD, quando hanno attraversato il confine con la Russia e anche quando hanno lasciato la Russia per un Paese terzo. Questo processo viola i loro diritti alla privacy e all'integrità fisica.

Nei punti di filtraggio, i funzionari hanno scattato fotografie alle persone, raccolto le loro impronte digitali, perquisito i telefoni, costretto alcuni uomini a spogliarsi fino alla vita e interrogato a lungo le persone.

Amnesty International ha documentato sette casi di persone che hanno subito torture e altri maltrattamenti durante la detenzione. Un caso riguardava una donna di 31 anni, un altro un ragazzo di 17 anni e cinque erano uomini tra i 20 e i 30 anni.

Vitalii, 31 anni, è stato arrestato quando ha cercato di lasciare Mariupol su un autobus di evacuazione il 28 aprile. Dopo che i soldati russi hanno dichiarato che c'era un problema con i suoi documenti, è stato costretto a salire su un autobus con molti altri uomini. È stato portato a Dokuchaevsk, una città vicino a Donetsk, e messo in una cella con 15 uomini, prima di essere interrogato.

Ha raccontato ad Amnesty International: "Mi hanno legato le mani con del nastro adesivo, mi hanno messo un sacco in testa e mi hanno messo del nastro adesivo intorno al collo... Poi mi hanno detto: "Dicci tutto... Dicci dove servi, in quale base?"... [Quando ho detto che non ero un soldato] hanno iniziato a picchiarmi sui reni molto forte... Ero in ginocchio, mi prendevano soprattutto a calci. Quando mi hanno riportato nel garage, mi hanno detto: 'Ogni giorno ti faremo questo'".

Amnesty International ha documentato altri casi che equivalgono a sparizioni forzate secondo il diritto internazionale in materia di diritti umani e ai crimini di guerra, quali il confinamento illegale, tortura e trattamenti inumani. 

Hussein, uno studente ventenne dell'Azerbaigian, è stato arrestato mentre fuggiva da Mariupol per Zaporizhzhia a metà marzo e trattenuto per quasi un mese. È stato accusato di essere un membro dell'esercito ucraino e picchiato durante l'interrogatorio.

Hussein ha raccontato ad Amnesty International: "Uno dei soldati ha detto: 'Non parlerà così, portate l'elettroshock'... C'erano due fili, li hanno messi intorno ai miei alluci e hanno iniziato a scuotermi ripetutamente... Mi hanno picchiato ripetutamente... Ho perso conoscenza. Mi hanno versato un secchio d'acqua e mi sono svegliato di nuovo. Non ce la facevo più, ho detto: 'Sì, sono un soldato'. Hanno continuato a picchiarmi, sono caduto dalla sedia e mi hanno tirato su. Mi usciva il sangue dai piedi".

Hussein è stato minacciato di esecuzione, picchiato e sottoposto a elettroshock ogni giorno, fino a pochi giorni prima del suo rilascio, avvenuto il 12 aprile.

"La Russia e le forze controllate dai russi devono interrompere immediatamente questi violenti abusi nei confronti dei detenuti", ha dichiarato Agnès Callamard.

"L'Ufficio del Procuratore della Corte penale internazionale e le altre autorità competenti devono indagare su questi crimini ripugnanti, compresi quelli contro le vittime dei gruppi a rischio. Tutti i responsabili della deportazione e del trasferimento forzato, così come della tortura e di altri crimini di diritto internazionale commessi durante il filtraggio, devono essere portati davanti alla giustizia".

Metodologia

Amnesty International ha intervistato 88 donne, uomini e bambini ucraini per il rapporto. Al momento delle interviste, tutti, tranne uno, si trovavano in aree controllate dal governo ucraino o in un paese terzo sicuro, in Europa. Una persona è rimasta in un'area occupata dai russi.

Responsabilità per i crimini di guerra

Fin dall'inizio del conflitto, Amnesty International ha documentato crimini di guerra e altre violazioni del diritto internazionale umanitario commessi durante la guerra di aggressione russa in Ucraina. Tutti i rapporti di Amnesty International sono disponibili qui.

Amnesty International ha ripetutamente chiesto che i membri delle forze e gli ufficiali russi responsabili dell'aggressione contro l'Ucraina e delle violazioni siano chiamati a risponderne e ha accolto con favore l'indagine in corso della Corte penale internazionale in Ucraina. Una responsabilità completa in Ucraina richiederà gli sforzi concertati delle Nazioni Unite e dei suoi organi, nonché iniziative a livello nazionale in base al principio della giurisdizione universale.