Il presidente della Conmebol Alejandro Dominguez (secondo da sinistra) e il presidente della FIFA Gianni Infantino (secondo da destra), accompagnati dal Presidente del Paraguay Santiago Peña (a sinistra) e dal Presidente dell'Uruguay Luis Lacalle (a destra), firmano l'accordo per Mondiali 2030 durante il 78esimo Congresso ordinario della Conmebol a Luque, Paraguay, 11 aprile 2024. © NORBERTO DUARTE/AFP via Getty Image
Il presidente della Conmebol Alejandro Dominguez (secondo da sinistra) e il presidente della FIFA Gianni Infantino (secondo da destra), accompagnati dal Presidente del Paraguay Santiago Peña (a sinistra) e dal Presidente dell'Uruguay Luis Lacalle (a destra), firmano l'accordo per Mondiali 2030 durante il 78esimo Congresso ordinario della Conmebol a Luque, Paraguay, 11 aprile 2024. © NORBERTO DUARTE/AFP via Getty Image

Mondo La FIFA protegga i diritti umani imponendo garanzie alle località candidate a ospitare i Mondiali 2030 e 2034

Comunicato stampa, 6 giugno 2024, Londra/Berna – Contatto media
La FIFA deve garantire in modo rigoroso e trasparente che le candidature per ospitare i tornei dei Mondiali di calcio maschile del 2030 e del 2034 salvaguardino pienamente i diritti umani e rifiutare qualsiasi offerta che possa nuovamente macchiare di abusi il più grande evento sportivo mondiale. È quanto ha dichiarato Amnesty International nel presentare un nuovo rapporto. Amnesty Svizzera lancia una petizione che chiede al Consiglio federale di esigere il rispetto dei diritti umani da parte delle grandi federazioni sportive internazionali con sede nel nostro paese.

FIRMA LA PETIZIONE RIVOLTA AL CONSIGLIO FEDERALE

Il rapporto, Playing a Dangerous Game? Human Rights Risks Linked to the 2030 and 2034 FIFA World Cups, analizza i rischi in materia di diritti umani legati alle candidature - un'offerta congiunta di Marocco, Spagna e Portogallo con partite aggiuntive da disputare in Argentina, Paraguay e Uruguay per i Mondiali 2030 - e un'altra dall'Arabia Saudita il torneo del 2034. Nelle prossime settimane saranno presentati alla FIFA i dossier dettagliati, comprese le strategie per i diritti umani. La Federazione confermerà i padroni di casa a dicembre.

Steve Cockburn, responsabile Diritti dei lavoratori e sport per Amnesty International, ha dichiarato:

"Con una sola candidatura per ospitare ciascun torneo, e con grandi preoccupazioni in materia di diritti umani per entrambe, ci si pone molte domande riguardo la volontà della FIFA di mantenere gli impegni e le riforme degli ultimi anni, incluso il diritto dell’organizzazione di rifiutare qualsiasi candidatura che non soddisfi i requisiti dichiarati in materia di diritti umani."

"Le questioni relative ai diritti umani associate alla candidatura congiunta alla Coppa del Mondo 2030 sono significative e devono essere affrontate. I rischi della candidatura per la Coppa del Mondo FIFA 2034 da parte dell'Arabia Saudita - compresi quelli che riguardano lavoratori, tifosi e giornalisti - sono di una portata e di una gravità completamente diverse," ha proseguito Cockburn.

"La storia dimostra che i Mondiali possono essere fonte di dignità o di sfruttamento, di inclusione o di discriminazione, di libertà o di repressione: questo rende l'assegnazione da parte della FIFA dei diritti di ospitalità per i tornei del 2030 e del 2034 una delle decisioni più importanti mai prese da un'organizzazione sportiva", ha concluso Steve Cockburn.

Andrea Florence, Direttrice della Sports & Rights Alliance, una coalizione di cui fa parte Amnesty International e che si batte per i diritti umani nello sport, ha dichiarato:

"Prima di assegnare qualsiasi torneo, la FIFA deve garantire accordi vincolanti sui diritti umani che proteggano pienamente i lavoratori, le comunità locali, i giocatori e i tifosi, compresa la salvaguardia da abusi e da discriminazioni delle minoranze razziali e religiose, delle donne e delle persone LGBTIQA+".

La FIFA ha insistito affinché i candidati consultassero le organizzazioni della società civile, compresi i gruppi per i diritti umani, ma questo non è avvenuto. La FIFA non ha risposto alle richieste di Amnesty International di parlare con i consulenti coinvolti nelle valutazioni delle offerte basate sui diritti umani.

L'incapacità della FIFA di garantire pienamente la salvaguardia dei diritti umani nell'assegnazione della maggior parte delle Coppe del Mondo precedenti ha facilitato gli abusi. Durante la finale del 2022 in Qatar i lavoratori coinvolti nella realizzazione del torneo hanno subito gravi conseguenze, tra cui morti e gravi lesioni.

Il nuovo rapporto si basa su ricerche condotte da Amnesty International e dai partner della Sports & Rights Alliance. Una sintesi del rapporto è stata condivisa con la FIFA, con le associazioni calcistiche nazionali e con le autorità governative dei Paesi candidati. Le risposte ricevute sono incluse nel rapporto o saranno rese pubbliche.

Rischi della candidatura per i Mondiali 2030

La candidatura congiunta di Marocco, Portogallo e Spagna per il 2030 - con tre partite che si svolgeranno in Argentina, Paraguay e Uruguay - comporta dei rischi per i diritti umani. Questi sono principalmente legati ai diritti dei lavoratori, alla discriminazione, alla libertà di espressione e di riunione, alle modalità di intervento della polizia, alla privacy e alla questione dell’alloggio.

In Marocco saranno necessarie importanti opere di costruzione, tra cui un nuovo stadio da 115.000 posti. Inoltre, la legislazione prevista per rafforzare la salute e la sicurezza sul posto di lavoro non è ancora stata approvata e gli sfratti forzati sono un problema. Nei tre Paesi ospitanti proposti, i lavoratori migranti sono a rischio di sfruttamento e di altri pregiudizi, compresa la tratta di esseri umani. In Spagna e Portogallo gli infortuni sul lavoro sono superiori alla media dell'UE. Inoltre, nel 2023, i lavoratori migranti hanno subito abusi e sottrazione di salario nell’ambito dei lavori di ampliamento dello stadio Camp Nou dell'FC Barcelona.

Un grande afflusso di persone per i Mondiali rischia di esacerbare la grave carenza di alloggi a prezzi accessibili in Portogallo e Spagna, compreso un aumento degli affitti a breve termine, con conseguente aumento dei costi delle case o sfratti dei residenti.

L'uso eccessivo della forza della polizia in occasione dei campionati di calcio e in altri contesti, compreso l’uso di proiettili di gomma, è un rischio comprovato in tutti e tre i Paesi. In Spagna e Portogallo la polizia è stata oggetto di numerose denunce da parte di tifosi nazionali e stranieri. Il diritto alla privacy può essere minacciato anche da spyware invasivi e dalla sorveglianza biometrica, soprattutto in Marocco e in Spagna.

Una valutazione indipendente della FIFA sulla precedente candidatura del Marocco per ospitare i Mondiali 2026 aveva rilevato che la criminalizzazione degli atti omosessuali era "particolarmente problematica". Altri aspetti delle leggi marocchine continuano a perpetuare il rischio di discriminazione di genere nei confronti delle lavoratrici e delle partecipanti al torneo, compresa la criminalizzazione delle relazioni sessuali extraconiugali, che spesso impedisce alle donne di denunciare episodi di violenza sessuale.

Il Marocco limita la libertà di espressione attraverso la criminalizzazione delle critiche all'Islam, alla monarchia, alle istituzioni statali, ai militari e all'integrità territoriale dello Stato. Giornalisti e difensori dei diritti umani sono stati molestati, detenuti arbitrariamente, picchiati e perseguiti per aver criticato il governo, soprattutto in relazione al territorio conteso del Sahara occidentale.

La discriminazione razziale è un problema in tutti e tre gli Stati e ha comportato atti di razzismo nei confronti di giocatori di calcio neri, tra cui Vinicius Junior in Spagna, Moussa Marega in Portogallo e Chancel Mbemba in Marocco. Stando a un sondaggio del 2020 su persone coinvolte nello sport in Portogallo, il 60% delle persone ritiene che ci sia razzismo nel calcio.

Le emissioni di gas a effetto serra generate dai viaggi legati a un torneo ampliato a 48 squadre e che si estende su tre continenti saranno probabilmente significative. Questo nonostante l'impegno dichiarato dalla FIFA sul cambiamento climatico di dimezzare le emissioni di carbonio entro il 2030 e di raggiungere l’obiettivo "Net Zero" entro il 2040.

Rischi della candidatura dell'Arabia Saudita alla Coppa del Mondo 2034

L'Arabia Saudita ha un bilancio spaventoso in materia di diritti umani e la sua candidatura comporta una vasta gamma di rischi molto seri. Per distrarre dal proprio disastroso bilancio in materia di diritti umani, negli ultimi anni il Regno ha speso miliardi per una campagna di riabilitazione dell'immagine, facendo molto affidamento sugli investimenti nello sport, compreso il calcio. Una bozza di Codice penale sembra destinata a radicare ulteriormente nella legge molte violazioni dei diritti umani.

Ospitare il torneo richiederebbe un enorme programma di costruzione, aumentando i rischi legati agli sgomberi forzati, avvenuti in coincidenza con progetti di costruzione esistenti, tra cui notizie riguardo l'uso della forza letale per sgomberare gli insediamenti legati a The Line, parte del progetto di costruzione della città NEOM.

Per la costruzione e la realizzazione del torneo saranno con ogni probabilità necessarie centinaia di migliaia di lavoratori, la maggior parte dei quali saranno verosimilmente cittadini stranieri che già oggi costituiscono la maggior parte della forza lavoro del settore privato e sono a rischio di abusi sul lavoro. Il sistema kafala, che vincola legalmente lo status di immigrato di un lavoratore migrante a un datore di lavoro o a uno sponsor, lascia ai lavoratori una possibilità di azione limitata quando subiscono sottrazioni di salario, violenze o altri abusi.

La discriminazione è profondamente radicata nella legislazione e nelle pratiche e potrebbe avere un impatto su tifosi, lavoratori, giocatori e giornalisti. Le donne tifose rischiano di essere perseguite in modo ingiusto e sproporzionato in base a leggi che criminalizzano il sesso al di fuori del matrimonio. Queste leggi sono spesso utilizzate per mettere a tacere le vittime di violenza sessuale, incluso lo stupro, e che possono comportare una detenzione a tempo indeterminato. Il sistema di tutela maschile discrimina le donne e le ragazze.

Nonostante l'Ente del Turismo Saudita assicuri che 'tutti sono benvenuti', non esiste alcuna protezione giuridica per le persone LGBTIQA+. I procedimenti giudiziari sono spesso condotti in base alle normative sull'ordine pubblico e la moralità, vaghe ed eccessivamente ampie, e alla legge contro i crimini informatici.

Qualsiasi pratica pubblica di religioni diverse dall'Islam è vietata e la minoranza musulmana sciita subisce una discriminazione significativa. Dodici sostenitori sciiti dell'Al Safa Football Club sono stati recentemente condannati a pene detentive che vanno da sei mesi a un anno per aver recitato un canto religioso folcloristico durante una partita.

La libertà di espressione, di associazione e di riunione è scarsa o nulla. Non sono ammesse organizzazioni indipendenti per i diritti umani, partiti politici o sindacati, e ci sono stati arresti e detenzioni a tappeto di giornalisti, difensori dei diritti umani, attivisti politici, scrittori, religiosi e attivisti per i diritti delle donne. Quasi tutti i difensori dei diritti umani sono ora sotto processo, stanno scontando pene detentive, sono sottoposti a divieti di viaggio o sono in esilio. La legislazione antiterrorismo, definita in modo ampio, è stata utilizzata per perseguire gli attivisti, imponendo pene detentive fino a 45 anni e persino la pena di morte per aver insultato "direttamente o indirettamente" il Re o il Principe ereditario.

Non esistono media indipendenti e i giornalisti che criticano il governo sono confrontati con la censura, l'incarcerazione e la repressione. Il giornalista Jamal Khashoggi è stato assassinato in Turchia nel 2018, in un omicidio approvato dallo Stato saudita. Le autorità bloccano una serie di siti web e agiscono anche online contro le voci dissenzienti. Salma al-Shehab, una dottoranda saudita presso l'Università di Leeds nel Regno Unito, è stata arrestata e condannata a 27 anni di carcere in base alla sua attività su Twitter, e Manahel al-Otaibi, un'istruttrice di fitness, a 11 anni per i tweet a sostegno dei diritti delle donne. Gli account online dei critici sono stati violati e lo spyware Pegasus è stato utilizzato per colpire i telefoni di attivisti per i diritti delle donne, dissidenti politici, giornalisti e loro familiari.

I tifosi che si recano al torneo e i lavoratori migranti possono credere di essere esenti dalla pena di morte. In realtà i cittadini stranieri rappresentano il 39% delle persone messe a morte nel Regno tra il 2010 e il 2021, anche per reati non violenti come quelli legati agli stupefacenti. Amnesty International ha registrato l'esecuzione di 172 persone da parte dell'Arabia Saudita nel 2023, provenienti da almeno 13 Stati diversi, tra cui sei donne.

Amnesty International sta conducendo una campagna e una petizione per il rilascio di attivisti e altre persone detenute per essersi espresse a favore del cambiamento.

Rimedi e raccomandazioni

Per prevenire le violazioni dei diritti umani legate alla Coppa del Mondo FIFA 2030 saranno necessarie misure per rafforzare i diritti del lavoro, combattere la discriminazione, proteggere il diritto all'alloggio e consentire la libertà di espressione.

Le riforme necessarie per prevenire le violazioni legate all'offerta di Coppa del Mondo FIFA 2034 da parte dell'Arabia Saudita dovranno essere più profonde. Tra queste: modifiche radicali alle leggi sul lavoro per proteggere i lavoratori e il rilascio degli attivisti e dei difensori dei diritti umani che sono stati ingiustamente imprigionati.

Le raccomandazioni principali del rapporto includono che la FIFA conduca valutazioni realmente indipendenti dei rischi in termini di diritti umani legati ad ogni candidatura e che assicuri impegni vincolanti da parte delle nazioni ospitanti per prevenire le violazioni dei diritti umani, con sistemi rigorosi per monitorare e far rispettare la loro attuazione, compresi meccanismi di reclamo e accesso a un ricorso efficace.

La FIFA deve anche garantire una partecipazione significativa delle organizzazioni della società civile, dei sindacati, dei rappresentanti dei tifosi, dei sindacati dei giocatori e dei gruppi che subiscono discriminazioni, durante tutto il processo di candidatura e la preparazione del torneo.

Il rapporto aggiunge che la FIFA non deve assegnare la Coppa del Mondo a nessuna candidatura che non garantisce la tutela dei diritti umani - e deve rescindere qualsiasi accordo per ospitare il torneo se i diritti umani vengono messi a rischio o violati.

Il ruolo della Svizzera

In quanto Paese sede di molte federazioni sportive internazionali, la Svizzera ha la responsabilità di prevenire le violazioni dei diritti umani durante i più importanti eventi sportivi. In concomitanza con la presentazione del rapporto, Amnesty Svizzera lancia quindi una petizione rivolta al Consiglio federale chiedendo di adottare misure efficaci per garantire che le federazioni sportive con sede in Svizzera adempiano al proprio dovere di diligenza.

"L'esperienza con i grandi eventi sportivi del passato dimostra che le associazioni sportive con sede in Svizzera non adempiono pienamente alla loro responsabilità di rispettare i diritti umani, pur disponendo di strategie per i diritti umani, concetti di sostenibilità e organismi di monitoraggio. Finora, la Svizzera si è affidata solo a iniziative volontarie. Ma questo non è sufficiente per prevenire le violazioni dei diritti umani durante i grandi eventi sportivi e per proteggere efficacemente i diritti umani", afferma Lisa Salza, Responsabile Sport e Diritti Umani di Amnesty Svizzera.