L'organizzazione ha anche documentato casi di stupro di gruppo commessi dall'M23 e atti di maltrattamento contro difensori dei diritti umani dopo che il gruppo si è impadronito di Goma, capitale della provincia del Nord Kivu, il 27 gennaio, e di Bukavu, capitale della provincia del Sud Kivu, il 16 febbraio. Amnesty International chiede alla Comunità dell'Africa orientale, alla Comunità per lo sviluppo dell'Africa australe, all'Unione europea e ad altri attori internazionali di aumentare la pressione su tutte le parti in conflitto affinché proteggano i civili e trattino i detenuti in modo umano, in conformità con il diritto internazionale umanitario.
“Da quando ha preso il controllo di Goma, l'M23 ha instillato un clima di paura e di feroci rappresaglie tra la popolazione locale. L'allarmante portata e la frequenza degli abusi nel Congo orientale dovrebbero scioccare il mondo. La violenza è stata favorita da decenni di impunità per gravi abusi e violazioni dei diritti umani”, ha dichiarato Tigere Chagutah, direttore regionale di Amnesty International per l'Africa orientale e meridionale.
Amnesty International ha intervistato 25 sopravvissuti, testimoni oculari, attivisti della società civile, difensori dei diritti umani e giornalisti all'interno della RDC e in esilio.
Rapimenti negli ospedali
La notte del 28 febbraio e la mattina del 3 marzo, combattenti armati dell'M23 sono entrati con la forza negli ospedali Heal Africa e CBCA Ndosho di Goma, dove hanno rapito più di 130 persone. Tra queste c'erano membri dell'esercito congolese, alcuni dei quali feriti, e operatori sanitari. Sono stati portati in uno stadio della città dove alcuni sono stati torturati. I combattenti dell'M23 hanno costretto alcuni rapiti a sdraiarsi a terra, li hanno frustati e li hanno costretti a unirsi all'M23. Alcuni civili sono stati rilasciati, ma molte persone risultano ancora disperse.
“(Allo stadio), l'M23 ha chiesto ai civili di rimanere insieme”, ha detto una persona rapita durante i raid all'ospedale. “Siamo stati frustati. Ci hanno fatto sdraiare e ci hanno picchiato sulle natiche e sulle mani. Ci hanno detto: 'Se sei un soldato, ammettilo'”.
Sultani Makenga, il leader militare dell'M23, ha dichiarato in una recente intervista che i membri dell'esercito congolese presenti negli ospedali hanno finto di essere pazienti o assistenti. Ha affermato che l'M23 ha trovato 14 armi negli ospedali e che il personale ospedaliero li aveva avvertiti della situazione. Ha anche detto che l'M23 ha trattenuto coloro che non avevano motivo di stare in ospedale.
Secondo il diritto internazionale umanitario, tutte le persone ferite e malate devono essere rispettate e protette. I civili non devono essere presi di mira. La tortura, i trattamenti disumani e la presa di ostaggi da parte dell'M23, se rivolti contro civili o membri feriti dell'esercito, possono costituire crimini di guerra.
“Tutti i pazienti e gli assistenti, compresi i soldati che necessitano di cure mediche, devono essere immediatamente rilasciati e riportati negli ospedali, in modo che possano continuare le loro cure”, ha dichiarato Tigere Chagutah.
Centinaia di cadaveri trovati nel Kivu meridionale
Amnesty International ha ricevuto testimonianze oculari e numerose foto di cadaveri frequentemente ritrovati nei quartieri di Bukavu, una città di oltre un milione di abitanti. Dal 17 febbraio al 13 marzo 2025, la Croce Rossa congolese ha raccolto 43 cadaveri a Bukavu, tra cui 29 civili. In tutta la provincia del Sud Kivu, nello stesso periodo, la Croce Rossa congolese ha raccolto 406 corpi, tra cui 110 civili.
Difensori dei diritti umani, giornalisti e operatori della società civile presi di mira
Amnesty International ha documentato casi di difensori dei diritti umani, giornalisti e attivisti della società civile che sono stati detenuti dall'M23 nelle ultime settimane. Sono stati trattenuti sia in centri di detenzione improvvisati che ufficiali, alcuni sono stati torturati e minacciati. Decine di attivisti si sono nascosti o sono fuggiti dal Congo in cerca di sicurezza.
Ma anche fuori dal Paese le minacce continuano. Un difensore dei diritti umani, che ha documentato le violazioni commesse dall'M23 dal 2023, ha raccontato di aver ricevuto un messaggio di testo che diceva: “Se ti troviamo, sarai nei guai. Resta dove sei”.
Un altro difensore ha descritto come l'M23 lo abbia arbitrariamente arrestato e frustato dopo averlo riconosciuto da un ufficiale dell'M23. È stato brevemente detenuto per aver denunciato le violazioni commesse dall'M23 prima che Goma fosse conquistata.
Le persone private della libertà, compresi i civili e i membri dell'esercito o dell'M23, sono protette dal diritto internazionale umanitario. L'M23 deve trattare umanamente tutte le persone che detiene. Atti di tortura o trattamenti disumani possono costituire crimini di guerra.
Livelli allarmanti di violenza sessuale
Le organizzazioni umanitarie hanno denunciato un allarmante aumento degli stupri e di altri casi di violenza sessuale nel Nord e nel Sud Kivu. I sopravvissuti hanno raccontato ad Amnesty International di essere stati violentati dai combattenti dell'M23 e minacciati di morte.
In un caso, una donna ha detto che i combattenti dell'M23 sospettavano che fosse una spia. Ha raccontato che cinque combattenti dell'M23, che indossavano uniformi militari ed erano armati, l'hanno violentata in gruppo. In un altro caso, due uomini in uniforme militare congolese hanno violentato una donna incinta e rapito suo marito.
“L'M23 e l'esercito congolese, che sono tenuti a rispettare il diritto umanitario internazionale, devono rispondere degli stupri. Il mondo non deve chiudere gli occhi sui crimini che avvengono nella RDC orientale”, ha dichiarato Tigere Chagutah.