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Unione Europea Le proposte sul rimpatrio rappresentano un “nuovo punto più basso” per il trattamento dei migranti

Comunicato stampa, 11 marzo 2025, Londra/Berna – Contatto media
Oggi la Commissione europea ha presentato una proposta di revisione della direttiva sui rimpatri del 2008, che modifica il quadro giuridico dell'UE sui rimpatri o le deportazioni al di fuori dell'Unione. In seguito alle pressioni esercitate da alcuni Stati membri, la proposta introduce anche una possibile base giuridica per gli “hub di rimpatrio” nel diritto dell'UE attraverso “accordi o intese” con Paesi terzi.

“La Commissione europea ha ceduto alle richieste inattuabili, costose e disumane di alcuni governi contrari ai diritti umani e all'immigrazione. La stessa Commissione ha scartato il concetto di “hub di rimpatrio” nel 2018. È ben consapevole che queste proposte porteranno a violazioni dei diritti umani, sprecheranno milioni di euro e allontaneranno gli alleati - in un momento in cui l'UE ha bisogno di amici.”


“Tuttavia, la proposta presentata getta le basi per consentire agli Stati di inviare le persone in Paesi con cui non hanno alcun legame, a soffrire in centri di detenzione, con poche garanzie credibili che i loro diritti vengano rispettati. Francamente, si tratta di un nuovo punto più basso per l'Europa”, ha dichiarato Eve Geddie, direttrice dell'Ufficio per le istituzioni europee di Amnesty International.

Amnesty International e oltre 100 organizzazioni per i diritti umani in tutta Europa hanno da tempo avvertito che queste proposte rappresentano un allarmante allontanamento dal diritto internazionale, avrebbero gravi implicazioni diplomatiche, legali e finanziarie per l'Europa e probabilmente porterebbero a un quadro grave di violazioni dei diritti umani, tra cui il respingimento e la detenzione arbitraria.

“Il programma di detenzione offshore dell'Australia, l'accordo dell'Italia con l'Albania o il programma fallito del Regno Unito in Ruanda sono politiche già sperimentate e fallite. Esse si traducono costantemente in lunghi contenziosi, costosi centri vuoti, vite nel limbo, oltre che in detenzioni arbitrarie sistematiche e altre gravi violazioni dei diritti. Queste proposte non sono solo infinitamente crudeli, ma catastrofiche nella realtà”, ha proseguito Geddie.

Oltre agli hub di rimpatrio, anche altri aspetti delle proposte sono profondamente preoccupanti, punitivi e sproporzionati. Tra questi, l'ampliamento e l'estensione della detenzione di persone soggette a decisioni di rimpatrio basate su motivazioni vaghe e punitive, nuove sanzioni per chi non “collabora” a sufficienza con le procedure di rimpatrio, un maggiore ricorso ai divieti d'ingresso, opzioni limitate per la partenza volontaria e deroghe estensive per le persone ritenute un rischio per la sicurezza - aggirando i procedimenti giudiziari penali e le garanzie del giusto processo.

In seguito all'adozione del Patto sulla migrazione e l'asilo lo scorso anno, molte più persone vedranno respinte le proprie richieste di asilo in procedure accelerate in tutta l'UE. Invece di concentrarsi sul miglioramento dei sistemi di asilo in patria, di dare priorità ai rimpatri volontari dignitosi e di garantire il sostegno all'inclusione e l'accesso a un'ampia gamma di permessi di soggiorno al di là dell'asilo, questa proposta rappresenta un'ulteriore privazione dei loro diritti.

“La proposta odierna segnala la preoccupante direzione che la nuova Commissione europea intende prendere in materia di migrazione e asilo, e un allarmante disprezzo per il diritto internazionale e per le politiche basate su dati concreti.”

“La mancanza di impegno da parte dell'UE nei confronti della solidarietà internazionale e della condivisione delle responsabilità non sfuggirà ai Paesi extraeuropei e rischia di minare il sistema globale di protezione dei rifugiati - in un momento in cui l'Europa dovrebbe costruire partenariati, non bruciare ponti. Questo approccio punitivo, basato sulla detenzione e sull'applicazione della legge, non farà altro che aumentare i costi nei bilanci nazionali e, soprattutto, le sofferenze delle persone i cui diritti sono limitati e violati”, ha dichiarato Geddie.